Macchinari attrezzatura per la lavorazione della lamiera

Macchinari attrezzatura per la lavorazione della lamiera

Esperienze: lattoneria edile, Marchesi Metalli s.r.l.

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Renato Marchesi, Titolare Marchesi Metalli s.r.l. Gualtieri (RE) azienda che guida insieme alla sorella Elisa.

Parlare di Renato Marchesi, o meglio, della Marchesi Metalli srl, significa parlare di un riferimento assoluto nel campo della carpenteria leggera per lattoneria edile. Un vero e proprio concentrato di competenza, esperienza, tradizione e innovazione come testimoniano il sistema di rivestimento a incastro Wind Wall System, già brevettato, e un nuovo progetto per tetti e pareti già brevettato, ma non ancora lanciato sul mercato. A Renato Marchesi, che assieme alla sorella Elisa guida l’azienda di famiglia, abbiamo quindi chiesto di raccontare ai lettori di STEEL LIFE la sua esperienza e il rapporto istaurato con Alpemac che, nel tempo, è stata capace di dar voce alle sue richieste creando un raccordo ideale tra le esigenze di lavorazione e i macchinari proposti per soddisfarle.

La personalizzazione è stato un aspetto determinante nelle sue scelte, sia nel caso della profila Schlebach che, soprattutto, della piegatrice a doppia bandiera semiautomatica Thalmann Serie TD da 8 m. Ecco, allora, un’altra interessante storia targata STEEL LIFE. Buona lettura!

“Nel lontano 1926, un ragazzo di nome Pietro, mio bisnonno, dopo qualche esperienza da dipendente, decise di lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria creando quella che oggi è, di fatto, la Marchesi Metalli srl” sembra l’inizio di un racconto di fantasia ma, invece, è la storia reale, raccontata da Renato Marchesi, di una realtà che a breve – è questione di poco più di un paio di anni – potrà orgogliosamente vantare un secolo di vita. “Ci troviamo nel territorio del Parmigiano Reggiano; l’attività, quindi, non poteva che partire lavorando a stretto contatto con l’industria casearia che, all’epoca, si stava pian piano strutturando e industrializzando. Realizzavano carpenterie leggere, serbatoi e filtri di decantazione utilizzati nella trasformazione del latte, finché, negli ’70 e ’80 è esploso il boom edilizio dell’Italia e il mondo della lattoneria ha conosciuto il suo sviluppo importante che, per certi versi, ancora oggi vediamo. L’azienda si è quindi affacciata a questo mondo della carpenteria leggera per la lavorazione dei lamierati adibita al mercato dell’edilizia, sia civile che industriale. Ogni tanto sforiamo in qualche applicazione differente che strizza l’occhio al design ma devo dire che il nostro focus è su quel mondo lì”.

 
 
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Alcuni esempi applicativi di facciate rivestite con Wind Wall System.

Più le cose sono strane, più ci piacciano

“Abbiamo sempre avuto una particolare cura al dettaglio perché la nostra mission è quella di realizzare opere che alla prestazione funzionale dello spazio abitato abbinino valenza estetica e durata” prosegue nel suo racconto Renato Marchesi. “Già, perché ogni opera deve essere efficace, bella e soprattutto fatta in modo che duri nel tempo. Non ci limitiamo alle lattonerie, alle bordature, coperture e facciate ma ci spingiamo anche oltre poiché ci possono essere tanti altri elementi che nello spazio abitato dall’uomo richiedono sistemi e attrezzature particolari, siamo molto aperti e di vedute ampie.
Più le cose sono strane, più ci piacciano.
Non siamo quindi vincolati solo al nostro prodotto – vedi Wind Wall – o solo alle nostre lavorazioni ma lavoriamo spesso in sinergia con altre aziende che producono cose diverse e offrono servizi differenti. Il nostro è un approccio consulenziale volto ovviamente all’acquisizione della commessa e del lavoro per il quale, però, non abbiamo problemi a collaborare con altri pur di soddisfare a pieno le richieste del cliente che sa di trovare in noi, oltre a una competenza assoluta, anche questo tipo di disponibilità.
Questo perché tutti i cantieri hanno dei parametri differenti dettati per esempio dal contesto in cui sono inseriti, dal territorio, dalla geografia, piuttosto che dalle richieste del cliente. È un mix, una ricetta flessibile che di volta in volta tariamo ovviamente forti del nostro prodotto e del know how dettato da quasi cento anni di storia ed esperienza. Il nostro valore aggiunto è l’esperienza che mettiamo al servizio del cliente per soddisfarlo sotto ogni aspetto, estetico e, ovviamente, funzionale”.

 
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Il sistema taglio plasma combinato con foratrice industriale Kombo installato da Sassudelli.

La rivoluzione Wind Wall

Il mercato è in costante evoluzione grazie all’uso dei nuovi materiali metallici, soprattutto di alluminio che parlando di facciate è il materiale che la fa sa padrone. “Io sono da sempre innamorato dell’alluminio, legato al quale abbiamo sviluppato un po’ tutti i nostri sistemi, primo fra tutti Wind Wall che è la sintesi o la sommatoria che dir si voglia di tutte le nostre esperienze nel campo dei rivestimenti di facciata come fornitori e terzisti e degli spunti ricevuti da alcuni clienti che ci hanno dato l’input per sviluppare questo sistema di rivestimento. Parliamo di metallo monolitico, quindi non coibentato o accoppiato ad altro materiale e questo è fondamentale per avere una classe di resistenza al fuoco ottimale.
Sono dei pannelli di rivestimento ad incastro con fissaggi a scomparsa, prodotti in lega leggera sfruttando il sistema della profila Schlebach acquistato da Alpemac, ideali per il risanamento di involucri edilizi, facciate ventilate, cappotti isolanti, soffitti e tetti a falda”.

Wind Wall System è un sistema semplice per un’installazione rapida e sicura senza rinunciare a un montaggio eccellente e preciso, garantito dalle tecnologie utilizzate e non da fattori umani, quali l’attenzione e la pazienza degli operatori in loco.

L’uso di questo sistema di facciata ventilata, con o senza il rivestimento isolante integrato, riduce l’energia e le risorse necessarie per ottenere spazi abitativi ad alte prestazioni. Materiali e tecnologie innovative assicurano il mantenimento delle prestazioni e dell’estetica nel tempo, senza richiedere particolari manutenzioni. Grazie all’esclusivo Wind Wall System, i pannelli ad incastro con fissaggi a scomparsa possono essere rimossi, sostituiti e ispezionati singolarmente, garantendo la massima libertà per realizzare pareti, soffitti e anche falde con composizioni e texture uniche.

“Wind Wall System è sostenibile e riciclabile al 100%, in Classe di resistenza al fuoco A1” spiega Renato Marchesi. “È scalabile nel senso che è possibile utilizzare i pannelli nudi e crudi come nel caso di tutte le altre soluzioni sul mercato, da cui si discosta comunque per alcune caratteristiche intrinseche differenti e migliorative, che puoi fissare con un classico fissaggio meccanica diretto, piuttosto che usare il nostro sistema di montaggio che prevede un binario di sostegno come riferimento e una rotaia a incastro prodotta con un sistema a controllo numerico con 0,3 mm di tolleranza – che quando sei in un cantiere parlare già di millimetri potrebbe sembrare un’utopia – ed è qui il “segreto”.

La forza di questo sistema è infatti legata a questo binario che una volta livellato a terra, fornisce il riferimento da cui partire per poi salire e arrivare al tetto incastrando i vari pannelli e il discorso è finito perché devi solo incastrare i vari pannelli uno dentro l’altro. Di recente, abbiamo rivestito una torre alta 26 m in una giornata di lavoro; c’è voluto più tempo a fare poi le rifiniture delle imbotti e delle bordature che non a rivestire la parete vera e propria.

Se poi si vuole godere a pieno dei vantaggi del nostro Wind Wall System occorre semplicemente utilizzare anche le clip di fissaggio dei pannelli, che abbiamo brevettato, posizionandole nei prefori che realizziamo in posizioni ben precise, come da progetto, per riuscire a rivestire in maniera agevole anche quelle zone per cui occorre riservarsi la possibilità di andare a ispezionare ciò che è sottostante il rivestimento. Penso per esempio all’ispezione di alcune bocche d’areazione o a delle zone dove passano esternamente i tubi del gas nel caso della riqualifica di un edificio datato. Capite bene che questo tipo di soluzione agevola non di poco il rivestimento di qualunque facciata, sempre facendo riferimento alla nostra rotaia posizionata a terra. Questo è il nocciolo del nostro brevetto, perché agevola e velocizza sia la fase di montaggio che l’eventuale manutenzione da fare a posteriori come nel caso della sostituzione di un pannello rovinato che è molto agevole e non richiede di smontare mezza facciata. Al giorno d’oggi, capita spesso che gli architetti vogliano annegare all’interno delle facciate i pluviali perché li considerano antiestetici; con Wind Wall non c’è alcun problema perché in caso di necessità si possono facilmente rimuovere solo ed esclusivamente quei pannelli interessati dalle zone in cui corrono le tubazioni discendenti”.

 
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[1] LINE > Profili planari in completo accostamento per una maggiore pulizia delle linee e dei volumi. / [2] SPACE > Profili con fuga da 0 a 15mm che consente di caratterizzare la prospettica del rivestimento. / [3] STEP > Profili con 15 mm di gap richiama fortemente il gusto nordico. Consente di divertirsi con il gioco d’ombre e creando texture molto caratterizzanti.
 

Il raccordo ideale tra esigenza e costruttore

“In Alpemac ho trovato un valore umano non indifferente” prosegue il suo racconto Renato Marchesi. “Al di là dell’aspetto tecnologico, quandopenso ai ragazzi di Alpemac con cui ho avuto a che fare, ho solo sensazioni positive perché sono sempre disponibili ed è un piacere interagire con chiunque di loro, nonostante, non lo nascondo, ci siano stati anche momenti di frizione e confronto in passato. È una realtà che stimo molto per la professionalità e la competenza con cui ti affiancano in ogni decisione e ti accompagnano nel tuo percorso tecnologico. La cosa che a noi è piaciuta molto è stata la loro capacità di fare da trade union tra le nostre esigenze e richieste e i loro partner tecnologici, nel caso specifico Schlebach, per la profila, e Thalmann per la “doppia bandiera”. Capite bene che per un’azienda piccola come la nostra che ha l’ambizione di sviluppare prodotti innovativi e cerca sempre di fare qualcosa fuori dal comune avere un’interfaccia come Alpemac che si fa portavoce delle tue richieste è un bel vantaggio, soprattutto in considerazione della customizzazione delle varie macchine. Non vi nascondo che uno dei principali fattori che teniamo in considerazione quando scegliamo una nuova macchina è proprio la possibilità di personalizzarla in base alle nostre specifiche necessità di lavorazione. Non solo per differenziarci dai potenziali competitors ma anche per poter rispondere in modo mirato alle particolari necessità di quelle nicchie o segmenti di mercato che noi abbiamo individuato e considerato potenzialmente interessanti.

Sono convinto che sia nel caso di Schlebach che di Thalmann siamo stati ascoltati e soddisfatti nelle nostre richieste grazie al contributo e interessamento di Alpemac. Questo per me è parte importante del loro valore aggiunto, ossia riuscire a far recepire in modo adeguato le tue richieste affinché queste possano diventare delle soluzioni concrete su macchine che di fatto sono standard”. L’esempio è la pulsantiera della profila che Schlebach ha raddoppiato proprio per soddisfare una richiesta specifica del signor Renato.

 
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La piegatrice a doppia bandiera Thalmann TD 8.20 installata in Marchesi Metalli Srl.
 

Una profilatrice così flessibile e performante

La profilatrice Schlebach, come tutte gli impianti, ha i suoi punti forti e qualche anello più debole. Per la nostra esigenza, in quel momento storico, essendo noi una start-up che iniziava a produrre e commercializzare un prodotto proprio, Wind Wall System per l’appunto, ha rappresentato la risposta tecnologica più adeguata alle nostre esigenze.

Necessitavamo, infatti, di un sistema a commercio, personalizzabile, ma allo stesso tempo versatile e flessibile grazie al loro sistema di teste rotanti che assicura un tempo di cambio profilo pari allo zero, direi quasi immediato, e questo è un vantaggio top poiché basta semplicemente svitare due viti, girare un volantino, riavvitare le due viti e riaccendere la macchina; finito! Oltre a ciò, queste rulliere rotanti sono anche sostituibili e questo è un plus molto importante per la versatilità che assicura. Per noi è stato un fattore determinante nella scelta effettuata perché essendo in fase di start-up, pur avendo al nostro interno esperienza, competenza e un’idea forte, non potevamo ancora avere una visione completa di tutte quelle che sarebbero poi state le nostre esigenze e i profili che avremmo realizzato. Capite quindi bene quanto sia stato determinante poter contare sulle potenzialità di una profila così flessibile e performante. Oggi avrei un bagaglio di conoscenza specifico che mi consentirebbe di far costruire una profila con delle caratteristiche ben precise; all’epoca non era così e la profila consigliata da Alpemac era la miglior soluzione commerciale disponibile, non in assoluto ma per quello che occorreva a noi in quella fase. È stata la miglior risposta ai nostri bisogni; Alpemac ha saputo consigliarci, sia sotto l’aspetto operativo che economico trattandosi di un investimento tutto sommato più contenuto rispetto a quanto avremmo speso se avessi optato per un altro sistema di profilatura”.

 

Semiautomatica, doppia bandiera, ma soprattutto, per noi, rivoluzionaria

“La stessa capacità di consigliarci la soluzione ideale per le nostre necessità l’abbiamo ritrovata quando Alpemac ci ha proposto l’acquisto della piegatrice a doppia bandiera Thalmann TD 8.20, una macchina capace di piegare pezzi fino a 8 m di lunghezza e 2 mm di spessore sia di ferro che di acciaio. Anche questa è una macchina per noi straordinaria che ci ha dato uno slancio notevole perché ha un campo d’azione decisamente ampio e una gestione operativa della fase di piega, a mio giudizio, senza eguali” afferma un entusiasta Renato Marchesi. “Penso, per esempio, a profili da venti decimi, lunghi 8 m con sviluppo 1.000 mm per la cui realizzazione occorrerebbero attrezzature e paranchi di manipolazione mentre invece, con “la Thalmann”, i due operatori inseriscono il foglio e la macchina ti restituisce il profilo fatto e finito per la gioia di tutti. Poter accedere a questo tipo di lavorazioni senza particolari rischi, soprattutto per gli operatori, è, infatti, molto importante. Da quell’estremo, partiamo per arrivare anche a profili da 5/10 di acciaio, di alluminio piuttosto che di rame e di altri materiali, con le geometrie più diverse perché quando disponi di una piegatrice di tale potenzialità e versatilità puoi affrontare con serenità la stragrande maggioranza dei lavori e in questo la Thalmann TD8.20 ci ha permesso di ampliare il nostro range d’azione in maniera importante.

Parlando di peculiarità della macchina direi innanzitutto, il fatto di essere semiautomatica che consente di utilizzarla anche con un solo operatore, per talune lunghezze di piega, così come permette di piegare in contemporanea più pezzi nel caso di profili non molto lunghi e questo è un bel vantaggio dal punto di vista della produttività. Qualcuno considera un limite della macchina il fatto di essere semiautomatica perché lo legano esclusivamente ai grandi
numeri ma vi posso garantire che non è così, poiché, a noi, capita sovente di mettere in produzione anche lotti just in time da 10 pezzi che, con un solo operatore, in meno di un minuto, sei in grado di piegare semplicemente richiamando il programma e mettendo in macchina anche tre pezzi alla volta. Capite bene il vantaggio. Non vi nascondo che nel nostro organigramma è stata aggiunta una voce con scritto Thalmann” afferma divertito il signor Renato. “Ormai fa parte dell’organigramma aziendale perché nel nostro contesto produttivo è stato un inserimento rivoluzionario. Avendo già uno storico con una banca dati e un data base di programmi già sviluppati, anche di geometrie
complesse, la gestione dei cambi di produzione – e nell’arco della giornata ce ne sono diversi – è semplice, rapida ed efficace”.

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La piegatrice Thalmann TD 8.20 è capace di piegare pezzi fino a 8 m di lunghezza e 2 mm di spessore sia di ferro che di acciaio.
 

Un’altra grande e affascinante avventura

In conclusione, abbiamo chiesto a Renato Marchesi di guardare dentro la sfera di cristallo e di parlarci dei progetti a venire … “Se penso al futuro i progetti non mancano visto che abbiamo già depositato e assegnato, con copertura internazionale a nome e proprietà Marchesi srl, un secondo brevetto che riguarderà tetti e pareti ma su cui non posso dire molto per il momento, poichè lo porteremo sul mercato in sinergia con un player importante. Posso solo dire che sono convinto ci regalerà diverse soddisfazioni, almeno tante quante quelle regalateci da Wind Wall System. Guardando invece nel cassetto dei sogni c’è un’altra cosa che mi stuzzica ed è la pannellatrice RAS. Ci ho messo un po’ di tempo a far entrare in quest’azienda la Thalmann, perché sicuramente è stato un investimento importante, per la nostra dimensione, anche se con il senno di poi ci ha regalato solo soddisfazioni; spero infatti di metterci meno tempo a decidere di acquistare la pannellatrice perché completerebbe al meglio la nostra potenzialità. Per il futuro, quindi, tra le varie novità cheabbiamo in cantiere, mi piacerebbe installare una
pannellatrice RAS, perché sarebbe sicuramente un’altra grande e affascinante avventura”.

Fabrizio Cavaliere

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Sia la piegatrice Thalmann TD 8.20 e la profila Schlebach sono macchinari forniti da Alpemac.