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La Franciacorta si trova nel cuore della Lombardia, a due passi da Milano. Affacciata sulle sponde del Lago d’Iseo, comprende 19 comuni della Provincia di Brescia ed è racchiusa in un’area di circa 200 chilometri quadrati. Le sue dolci colline, delimitate ad ovest dal fiume Oglio e a nordest dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche, devono le loro antichissime origini ai ghiacciai che, ritirandosi oltre 10.000 anni fa, hanno creato l’anfiteatro all’interno del quale ha preso vita la Franciacorta.
L’origine morenica dona ai terreni di quest’area una straordinaria ricchezza e varietà minerale che, unita allo all’eterogeneità che compone i suoli della zona e allo speciale microclima, costituisce uno degli elementi distintivi di una viticoltura di altissima qualità.
Il nome Franciacorta ci rimanda a una storia avvolta da un enigma su cui tuttora la gente ama fantasticare. L’ipotesi più accreditata è quella che lega il territorio alla presenza di monasteri cluniacensi e cistercensi che giunsero in Franciacorta da Cluny nel XI secolo. Monasteri molto potenti che, grazie alla bonifica e coltivazione dei vasti appezzamenti che amministravano in questi territori, riuscirono attorno al 1100 ad ottenere l’esenzione del pagamento del dazio. Erano quindi delle Francae Curtes, cioè delle corti libere dalle tasse. Da Francae Curtes nacque il toponimo “Franzacurta”, apparso per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già nel 1277.
La storia del Franciacorta ha origini molto antiche e radicate in un territorio dove la coltivazione della vite è stata una costante: dall’epoca romana al periodo tardo-antico, fino al pieno medioevo, le condizioni pedoclimatiche hanno sempre favorito la crescita dei vigneti.
Il catasto napoleonico del 1809 fotografa una realtà con oltre mille ettari di terreni specializzati nella produzione di vini “mordaci”, come vennero definiti dal medico bresciano Girolamo Conforti nel “Libellus de vino mordaci”, e quasi altrettanti ettari di vigneti promiscui con altre colture. Negli anni a venire le produzioni vitivinicole crebbero senza sosta fino ad eccedere di gran lunga le necessità della popolazione, dando così il via alle prime attività commerciali. In questa realtà all’inizio degli anni ’60 del Novecento, l’allora giovane enologo Franco Ziliani (recentemente scomparso all’età di 90 anni), con la produzione della prima annata di “Pinot di Franciacorta”, diede il via al passaggio dalla produzione amatoriale di vini spumanti ante litteram, alla moderna e codificata attività produttiva di Franciacorta. A seguito del primo riconoscimento come Denominazione di Origine Controllata, giunto già nel 1967, Franciacorta è divenuto nel 1995 il primo territorio e vino italiano prodotto con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Oggi sulle etichette si legge “Franciacorta”, un unico termine che definisce territorio, metodo di produzione e vino.
Il suolo rappresenta un’importante riserva di biodiversità. È su questa consapevolezza che il Consorzio Franciacorta si impegna a dare vita a una viticoltura capace di tendere all’equilibrio con l’ambiente. Principio guida della strategia del Consorzio Franciacorta è la sostenibilità ambientale, valutando gli effetti immediati e futuri di ogni intervento sul territorio sia dal punto di vista ambientale che economico, migliorando la conoscenza del suolo e del territorio riguardo a potenzialità, limitazioni e impedimenti al fine di ottimizzare la produzione nel rispetto delle risorse e privilegiando la scelta di materiali ecocompatibili e, quando possibile, le fonti di energia rinnovabili. Ogni passo compiuto verso questo grande obiettivo è stato supportato dal Consorzio Franciacorta attraverso numerose attività e progetti.
Sono numerosi i progetti che ogni anno coinvolgono il territorio e gli enoappassionati, primi fra tutti il Festival in Cantina e il Summer Festival, durante i quali la Franciacorta si racconta attraverso i suoi protagonisti. In occasione di queste ricorrenze, nei mesi di giugno e settembre, le cantine, i ristoranti e le strutture ricettive aprono le porte per visite, attività, eventi e menu a tema.
Un’occasione imperdibile per riscoprire le bellezze di questa terra attraverso i suoi vini, i prodotti e i cibi. L’occasione di conoscere Franciacorta anche fuori dal territorio non manca, grazie ai vari Festival itineranti che ogni anno vengono organizzati dal Consorzio in diverse città d’Italia per incontrare gli esperti di settore e chiunque voglia approfondire le proprie conoscenze su questo vino straordinario attraverso banchi d’assaggio e seminari dedicati alle diverse tipologie. I Festival itineranti, dopo anni di successi sono approdati anche all’estero, facendo tappa in alcune città come Zurigo, Monaco, Londra, Vienna, Tokyo e New York. Negli ultimi anni si è consolidata la consapevolezza dell’importanza di dare risposta ai segnali positivi che arrivano dai mercati stranieri dove consumatori e operatori manifestano un sempre crescente apprezzamento nei confronti di Franciacorta.
Il metodo Franciacorta è regolamentato da norme rigide e scrupolose che hanno l’obiettivo di ottenere vini di alta qualità attraverso l’utilizzo di vitigni nobili, raccolta a mano, rifermentazione naturale in bottiglia e successiva lenta maturazione e affinamento sui lieviti.
Il Franciacorta è prodotto con uve Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco, quest’ultimo consentito fino a un massimo del 50%.
Con la sesta modifica al disciplinare di produzione, si è giunti all’inserimento dell’Erbamat, un vecchio vitigno a bacca bianca originario della provincia di Brescia, che l’agronomo Agostino Gallo citò già nel XVI secolo all’interno del suo libro “Le venti giornate dell’agricoltura e dei’ piaceri della villa”. L’Erbamat è caratterizzata da una maturazione tardiva, da una spiccata acidità e da una neutralità aromatica che contribuisce a dare freschezza alle basi senza però stravolgerne il profilo. Il suo utilizzo è attualmente ammesso nella misura massima del 10% per tutte le tipologie a eccezione del Satèn.
La vendemmia, effettuata obbligatoriamente a mano, si svolge, a seconda delle annate, tra la prima decade di agosto e la prima di settembre. I grappoli meticolosamente selezionati vengono adagiati in cassette e trasportati in cantina dove il raccolto di ogni vigneto è vinificato separatamente. Le uve vengono sottoposte a pressature molto delicate per garantire il frazionamento dei mosti, indispensabile garanzia di qualità dei vini base, e disposte in vasche d’acciaio o in legno per la prima fermentazione.
La primavera successiva alla vendemmia avviene l’assemblaggio dei mosti che, sapientemente combinati fra loro dagli enologi, vanno a creare la cosiddetta “cuvèe”, ovvero il vino base pronto per essere imbottigliato. Con il trasferimento in bottiglia avviene il tiraggio, ossia l’aggiunta di lieviti e zuccheri, agenti fondamentali per l’attivazione della seconda fermentazione. Le bottiglie vengono quindi sigillate con tappo metallico a corona vengono accatastate in posizione orizzontale nelle cantine, dove rimangono per molto tempo.
Il disciplinare Franciacorta impone una lenta maturazione sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi per il Franciacorta, 24 per Franciacorta Rosé e Franciacorta Satèn, 30 per tutti i millesimati e ben 60 per le Riserve. Durante questo periodo i lieviti e gli zuccheri all’interno della bottiglia si combinano creando anidride carbonica e aumentando la pressione interna fino al raggiungimento di 6 – 7 atmosfere, nella fase che viene comunemente chiamata “presa di spuma”. In seguito a questa reazione e al lento processo di lisi dei lieviti il Franciacorta sviluppa il suo speciale profilo sensoriale e arricchisce la propria complessità aromatica. Terminato il periodo di affinamento, le bottiglie vengono poste su appositi cavalletti (detti anche pupitres), ruotate giornalmente di 1/8 di giro e inclinate progressivamente per veicolare il sedimento con i lieviti verso il collo della bottiglia. Questa particolare rotazione prende il nome di scuotitura o remuage. Una volta che le bottiglie sono poste in posizione verticale, è il momento della sboccatura: le bottiglie vengono posizionate con il collo immerso in una soluzione refrigerante che porta alla formazione di un “tappo” di ghiaccio all’interno del quale viene intrappolato il deposito di lieviti. Con la rimozione del tappo a corona il residuo ghiacciato, grazie alla pressione interna, viene violentemente espulso e sostituito dallo “sciroppo di dosaggio”, una soluzione composta da vino base Franciacorta e zucchero in quantità tale da determinare la tipologia di gusto dei Franciacorta. Le bottiglie quindi sono pronte per essere chiuse con il tappo di sughero a fungo e la gabbietta metallica. Terminato il confezionamento, prima della commercializzazione, su ogni bottiglia viene applicato il contrassegno di Stato italiano, o fascetta, che certifica la designazione DOCG del Franciacorta a seguito di controlli qualitativi, analisi chimico-fisiche ed organolettiche.
La storia della Franciacorta, è stata fortemente segnata dalla presenza di ordini monastici che hanno introdotto la viticoltura sul territorio. Dal ‘500 al ‘700 è stata inoltre luogo di villeggiatura per la nobiltà bresciana e milanese, che qui ha fatto costruire splendide ville immerse in grandi parchi. Ecco i piccoli e grandi tesori d’arte e storia che disegnano il territorio, tutti da visitare:
Abbazia Olivetana di San Nicola
a Rodengo Saiano
Borgo del Maglio
a Ome
Convento dell’Annunciata
sul Monte Orfano a Rovato
Palazzo Monti della Corte e Palazzo Torri
a Nigoline di Corte Franca
Pieve di Santa Maria Assunta e Villa Lechi
a Erbusco
Monastero di San Pietro in Lamosa
a Provaglio d’Iseo
A BRESCIA
Museo di Santa Giulia
(Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO)
Area archeologica del Capitolium
(Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO)
Piazza Paolo VI
Piazza della Loggia
In Franciacorta, fitti boschi fanno da quinta ai filari di viti e alle coltivazioni di ulivi, parchi tutelano aree di particolare interesse paesaggistico e naturalistico e torrenti solcano col loro percorso tortuoso i fianchi delle colline. Per chi ama la natura, in Franciacorta e dintorni, spiccano innumerevoli meraviglie:
Le Torbiere del Sebino,
Riserva Naturale della Lombardia dal 1983
L’Orto Botanico di Ome
dedicato alle conifere
Le Cascate di Monticelli Brusati
Il Parco delle Colline di Brescia
Il Parco della Santissima a Gussago
Il Parco dell’Oglio Nord
Le Piramidi di Zone,
le piramidi di erosione più imponenti d’Europa
Il Lago d’Iseo (Sebino per i Latini)
con Monte Isola, la più grande isola lacustre abitata d’Europa
La ristorazione in Franciacorta si muove fra tradizione e sperimentazione ed è espressa al meglio nei numerosi ristoranti, trattorie e agriturismi della zona. Tipico della Franciacorta in tavola, è l’incontro tra la cucina contadina di carni dell’entroterra con quella di pesce del vicino Lago d’Iseo. I due piatti più famosi della Franciacorta sono sicuramente il Manzo all’olio di Rovato e la Tinca ripiena al forno, specialità di Clusane, piccolo borgo di pescatori vicino a Iseo. Dal Lago d’Iseo proviene anche la rinomata “sardina”- più correttamente detta “agone” – che col suo sapore unico e deciso ha saputo conquistarsi il riconoscimento di presidio Slow Food.
La Franciacorta ben si presta a essere esplorata a piedi e in sella alla bicicletta. Vari itinerari si snodano da Brescia a Iseo, alla scoperta delle colline e dei panorami. I percorsi sono alla portata di tutti, dalle famiglie con bambini agli enoturisti desiderosi di conoscere da vicino la Franciacorta, e toccano piccoli borghi, punti panoramici, cantine e luoghi d’interesse storico-artistico. La Franciacorta dispone inoltre di un campo da golf a 27 buche e di vari maneggi che consentono di fare passeggiate a cavallo e in carrozza tra i vigneti.
Sul vicino Lago d’Iseo si possono praticare vela, surf, sci nautico e pesca.
Per consultare i percorsi, e tutte le attività visitare il sito: franciacorta.wine
Custode del metodo Franciacorta, il Consorzio svolge un lavoro che si articola in diverse attività: dalla tutela del marchio e del territorio, alla valorizzazione del prodotto attraverso un continuo lavoro sul disciplinare; dall’informazione al consumatore fino alla promozione del Franciacorta quale espressione di un territorio, di un vino e di un metodo di produzione. Fondato il 5 marzo del 1990 da 29 produttori, il Consorzio ha sede a Erbusco, nel cuore della Franciacorta, e conta 115 cantine e oltre 200 soci tra viticoltori, vinificatori, imbottigliatori e membri della filiera produttiva delle denominazioni Franciacorta DOCG, Curtefranca DOC e Sebino IGT. Un logo inconfondibile, la effe merlata, contraddistingue i suoi vini richiamando le antiche torri medievali caratteristiche dei 19 comuni che costituiscono la Franciacorta: Adro, Brescia (parte), Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato.
Nata nel 2000 – fra le prime in Italia – dalla sinergia tra operatori privati ed enti pubblici e privati (Comuni, associazioni per la promozione del territorio) la Strada del Franciacorta è un percorso di 80 km che ha lo scopo di promuovere e sviluppare le potenzialità turistiche, in particolar modo legate al turismo enogastronomico, della Franciacorta. L’Associazione Strada del Franciacorta si propone come punto di riferimento per turisti individuali, gruppi e operatori, garantendo loro un supporto tecnico-organizzativo per ricevere informazioni e servizi, costruire itinerari e scoprire più da vicino le svariate opportunità che questa terra da sempre vocata alla viticoltura, situata tra il lago d’Iseo e la città d’arte di Brescia, può offrire. Attualmente ne fanno parte 223 soci.