Macchinari attrezzatura per la lavorazione della lamiera

Macchinari attrezzatura per la lavorazione della lamiera

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Nelle moderne realtà dedite alla trasformazione della lamiera la fase di piegatura dei particolari costituisce spesso il collo di bottiglia del ciclo produttivo. Sono diversi gli aspetti che concorrono a questa situazione a iniziare dall’estrema variabilità dei codici prodotto, diretta conseguenza del fatto che i lotti produttivi sono sempre più esigui nei quantitativi. Ciò porta a frequenti cambi di produzione e alla conseguente necessità di riattrezzare la macchina. A questo si aggiunge la ormai cronica mancanza di piegatori specializzati. Le aziende sono quindi alla costante ricerca di flessibilità e di soluzioni produttive in grado di garantirle quell’efficienza di processo che è alla base della loro produttività e competitività. Secondo Alpemac l’automatizzazione della fase di piegatura può rappresentare un’adeguata risposta a queste problematiche, concetto che declina in modi differenti attraverso celle robotizzate studiate su specifica del cliente o mediante le pannellatrici automatiche di RAS di cui è dealer esclusivo per l’Italia.

 

“Per il 2024, i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione si attendono un consolidamento dei risultati degli ultimi anni: la produzione sarà trainata dalla domanda estera a fronte di una modesta riduzione del consumo interno. In particolare, secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi UCIMU, nel 2024, la produzione crescerà a 7.595 milioni (+0,5% rispetto al 2023), in virtù dell’incremento registrato dalle esportazioni che si attesteranno a 4.070 milioni di euro (+6,4%). Le consegne dei costruttori sul mercato interno, si fermeranno a 3.525 milioni (-5,6%), in linea con il calo del consumo domestico che dovrebbe attestarsi a 5.780 milioni di euro (-5,6%). Anche le importazioni risentiranno del raffreddamento della domanda di investimenti in Italia, scendendo, del 5,5%, a 2.255 milioni di euro. Il dato di export/produzione salirà ancora, attestandosi a 53,6%”.

Sono queste le previsioni rilasciate in chiusura d’anno da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE secondo cui, sebbene siano evidenti i segnali di rallentamento, il 2023 dei costruttori italiani si è chiuso ancora con segno positivo grazie ai buoni riscontri che le aziende hanno ottenuto oltreconfine.
Diversa la situazione sul fronte italiano in cui la disponibilità a investire, nel 2023, si è sicuramente ridotta a causa del rallentamento iniziato la scorsa estate e proseguito in autunno e inverno. Dopo anni di crescita più che esponenziale, la contrazione registrata lo scorso anno e quella prevista per questo 2024 appaiono comunque accettabili; si tratta, infatti, di un graduale ritorno a valori di normalità dopo l’eccezionalità degli anni precedenti. Si raccolgono meno ordini ma il mercato non è fermo, tutt’altro. C’è volontà del nostro sistema manifatturiero a proseguire nel processo di digitalizzazione che è ancora in piena fase di concretizzazione, ma molti sono in stand by in attesa di capire quali incentivi saranno disponibili a partire dai prossimi mesi. Le autorità di governo hanno, infatti, ottenuto il via libera da parte della Commissione Europea per finanziare, con il Repower EU, il piano Transizione 5.0 che punta sull’abbinata green e digitale, per sostenere lo sviluppo del manifatturiero secondo i criteri di risparmio energetico.

Siamo quindi in attesa di vedere il piano di attuazione dei provvedimenti che renderanno operativa la Transizione 5.0 poiché non vi è ancora nulla di chiaro e certo anche se sembrerebbe che, tali incentivi, possano cumularsi con quelli confermati per l’Industria 4.0 come si evince da questo stralcio di intervista fatta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha detto quanto segue: “l’aliquota massima disponibile per le imprese che potranno sommare i due incentivi sarà pari al 40%. Considerando l’aliquota attuale del piano Transizione 4.0 al 20%, ne consegue che la massima maggiorazione che il piano Transizione 5.0 potrà offrire sarà del 20%. Le aliquote del piano Transizione 5.0 non saranno parametrate all’ammontare dell’investimento, come accade per il 4.0, ma – come ha ribadito il ministro – “al livello di efficienza” che consentiranno di raggiungere, cioè al risparmio energetico”.

In attesa di capire bene quali saranno gli strumenti economici a disposizione e soprattutto di scoprire che influenza potranno avere sull’andamento delle vendite di macchine nel mercato domestico, Alpemac si sta strutturando per non farsi trovare impreparata e per essere ancora più vicina alle vostre esigenze rafforzando ulteriormente il Service che l’inserimento di nuovi tecnici installatori specializzati.

#FabrizioGarnero

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