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Pur facendo questo mestiere da più di trent’anni, non ho mai scritto tanti editoriali e, francamente, mi sono sempre interrogato sull’utilità di questo strumento, talvolta, abusato per esprimere giudizi.
Personalmente, quando mi è capitato, ho quindi sempre preferito usare questa rubrica per informare i lettori in modo obiettivo in merito ad argomenti e notizie in linea con il loro target di riferimento piuttosto che dare giudizi e pareri personali in merito. È per questa ragione che, pensando all’editoriale di questo numero di STEEL LIFE Speciale Lattoneria, che sarà distribuito in occasione dell’open house in programma dal 28 al 30 settembre presso Agency Srl a Chiusano San Domenico in provincia di Avellino, ho ritenuto utile spiegare, brevemente, i contenuti del Decreto Sud 2023 approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 7 settembre. Questo Decreto, con “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”, prevede l’istituzione, a decorrere dal 1° gennaio 2024, della nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, “ZES unica”, comprendente i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.
Questa nuova ZES unica sostituirà le attuali otto Zone Economiche Speciali istituite nei territori del Mezzogiorno (ossia quelle di Abruzzo, Calabria, Campania, Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, Adriatica Interregionale Puglia-Molise, Sicilia Orientale, Sicilia Occidentale e Sardegna). Ricordiamo che per “Zona Economica Speciale” si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Il Piano strategico della nuova ZES unica istituita ha durata triennale e definisce, anche in coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la politica di sviluppo di questa nuova area, individuando, anche in modo differenziato per le Regioni, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della ZES e le modalità di attuazione. La ZES Unica sarà operativa dal 1° gennaio 2024 e prevede un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali effettuati dalla suddetta data di inizio fino al 31 dicembre 2026 con importo non inferiore a 200.000 euro. All’interno dell’area ZES, le aziende potranno beneficiare di diverse tipologie di vantaggi (speciali condizioni), quali: la previsione di un’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e il riconoscimento, fino al 2026, di un credito d’imposta nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’acquisizione dei beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive.
I programmi dovranno prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti coerenti con il Piano Transizione 4.0 (internet of things, cloud computing, big data analytics, robotica avanzata, realtà aumentata, cybersecurity) per l’ampliamento della capacità produttiva, la diversificazione della produzione, la realizzazione di nuovi prodotti o la modifica del processo di produzione già esistente o la realizzazione una nuova unità produttiva. Le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto impianti e del finanziamento agevolato e potranno coprire fino al 75% delle spese ammissibili. In particolare: nel caso di micro e piccole imprese per il 50% come contributo in conto impianti e per il 25% come finanziamento agevolato; nel caso di medie imprese per il 40% come contributo in conto impianti e per il 35% come finanziamento agevolato. Le spese ammissibili possono riguardare macchinari, impianti, attrezzature, opere murarie, programmi informatici e licenze, acquisizione di certificazioni ambientali, servizi di consulenza.
#FabrizioGarnero